La festa: Prima Diu e li Santi Mattri - La festa a Lentini ha il momento culminante nei giorni 9, 10 e 11 maggio, ma in realtà i festeggiamenti iniziano il 1° maggio.
1 maggio
All'alba suono del campanone della Matrice. Nella notte "u paraturi" ha addobbato con drappi rossi e bianchi l'ex cattedrale di Lentini ed è stato preparato l'altare sulla cripta che racchiude il sepolcro dei tre martiri. Le bande musicali percorrono le vie cittadine per annunciare a tutti l'evento della festa. Nel tardo pomeriggio, nella chiesa della Fontana, eretta nel luogo in cui fu strappata la lingua a sant'Alfio - la leggenda narra anche che qui sgorgarono tre sorgenti d'acqua -, viene celebrata la novena dei santi Martiri. L'altare è ornato con rose rosse e fiori bianchi di sambuco.
Fino al 9 maggio
Dall'1 al 9 maggio il cerimoniale della festa prevede, ogni giorno: all'alba spari e suono di campane; alle 11 e alle 17 novena; la sera novena solenne nella chiesa della Fontana. Nel frattempo, nella grotta di via Paradiso, il carcere dei tre Martiri, viene allestita la scena del loro martirio. Nella cappella che custodisce il fercolo di sant'Alfio si lucidano gli argenti e si provano le luci. Le strade si riempiono di bancarelle. Sono allestite le luminarie. Nella chiesa della Campana si prepara la statua reliquiario contenente i resti umani dei Tre Santi. L'8 maggio, dal 1999, si svolge - al di fuori dei programmi ufficiali della Festa - una rappresentazione vivente.
9 maggio
Alle ore 20 del 9 maggio si apre l'antica porta della Chiesa Madre. Esce il Capitolo della ex cattedrale, con gli anziani della confraternita che indossano la gualdrappa di velluto nero lucido. Seguono chierichetti, canonici, comitato dei festeggiamenti, devoti spingitori, banda musicale. Il corteo passa davanti al Municipio dove è issato il gonfalone della città. Va alla chiesa della Campana attraverso via Regina Margherita e piazza Oberdan e via San Francesco d'Assisi. Breve sosta davanti alla chiesa della Campana, rintocco della campana e fuochi d'artificio. Il corteo si spinge fino alla chiesa della Fontana, risale corso Lisso fino a piazza Oberdan e di nuovo a piazza Duomo tra la folla festante. Qui in piazza avviene "u iocu focu" del 9 maggio, uno dei momenti culminanti della festa: il grandioso spettacolo dei fuochi d'artificio. Il reliquiario è fatto rientrare in chiesa. Tutto è pronto per l'atteso momento successivo. I devoti spingitori si riuniscono davanti alla chiesa. All'una di notte si ha il rintocco della campana dell'orologio, lo scampanio del campanone principale, sparo di botti e apertura delle porte della chiesa. I devoti spingitori gridano: "... e gghiamamulu a sant'Affiu" e "evviva li santi Mattri". La folla: "Mattri Santi", "Prima Diu e poi li Santi". La "vara" di sant'Alfio viene spinta nel vestibolo e qui presa in consegna a nome dei devoti della città dai "devoti spingitori". Inizia a questo punto uno dei momenti più suggestivi. La corsa dei "nuri". Uomini a torso nudo, scalzi, indossando solo un paio di calzoni bianchi corti e un nastro rosso, tenendo una mano dietro la schiena e nell'altra un cero o un mazzo di fiori. Corrono per le strade di Lentini ricordando il giro che fecero i Tre Martiri. Dietro a loro corrono anche le donne, scalze. E' una corsa silenziosa, tra due ali di folla ammutolita. Ogni tanto si sente il richiamo dei corridori: "Evviva li santi Mattri, Mattri santi!". La corsa dura fino all'alba.
10 maggio
Termina la corsa dei "nuri", ma inizia prestissimo il rintocco delle campane dell'orologio della Matrice. Alle 9 del mattino, nella ex Cattedrale, sull'altare eretto sulle tombe dei Tre Martiri, i sacerdoti celebrano la Santa Messa. La gente si riunisce in piazza Umberto con indosso i vestiti migliori. Dalla porta laterale della chiesa, in via Garibaldi, esce portato a spalla dai canonici lo scrigno con le reliquie dei Tre Santi.
Lo scrigno viene poggiato sulla "vara", e spinto davanti alla porta della chiesa: è "a nisciuta do Santu". Sono le dieci del mattino.
Tripudio di fuochi d'artificio. Il corteo esce dal sagrato: statua argentea del santo, e dietro chierici, i cavalieri del Santo Sepolcro con l'antica divisa (mantello bianco crociato di rosso) e le loro dame, le associazioni cattoliche, la deputazione, i devoti spingitori, i canonici. Sindaco e giunta comunale si aggiungono al corteo quando questo passa davanti al Municipio. La folla dona alla "vara" fiori, ceri, nastri, banconote; i bambini sono avvicinati alla statua e simbolicamente donati al santo. Il corteo fa il giro della piazza. Poi continua il giro per le strade principali della città. Uno dei momenti importanti del giro della "vara" è "a potta Iaci", la porta dell'antica città - in piazza Oberdan -. All'una giunge alla chiesa della Fontana.
11 maggio
Di mattina l'arcivescovo celebra il solenne pontificale in onore dei tre Martiri. Di pomeriggio la "vara" riprende il suo giro: l'antico quartiere san Paolo, chiesa della Trinità. Quasi all'alba sparo del mortaio e suono delle campane: sono aperte le porte della Matrice. Si forma un corteo composto dal Capitolo dell'ex Cattedrale e dal sindaco, che risale via Regina Margherita andando incontro alla "vara" che finisce il suo giro riportata in chiesa. Nuovi boati e saluti da parte di folla e campane.